EDUCAZIONE INTERCULTURALE

 

EDUCAZIONE INTERCULTURALE

L’intercultura è una dimensione trasversale dell’insegnamento perchè la prospettiva interculturale è vissuta come stile complessivo della formazione.
La didattica specifica dell’intercultura prevede soluzioni operative differenziate di tipo trasversale, interventi periodici di lavoro in tutte le discipline ed è  segno del concreto impegno interculturale dell’intera scuola.Il progetto si è proposto di creare una serie di opportunità formative interculturali tali da garantire risposte consone alle diverse esigenze degli scolari, attraverso: • la prima alfabetizzazione degli alunni per gruppi di livello,secondo un orario prestabilito, per poterne tener conto nella programmazione didattica;
• il potenziamento dell’educazione linguistica;
• le attività scolastiche ed extrascolastiche mirate all’interazione tra le diverse culture;
• i contatti con le famiglie e i mediatori culturali. Queste opportunità sono parte integrante del nostro patrimonio operativo.
La didattica interculturale si assume il compito di mettere in comunicazione coloro che
appartengono ad origini fra loro lontane.
Il presupposto metodologico è conoscere qualche cosa di più del mondo e, contemporaneamente, farsi conoscere meglio.
La peculiarità dell’approccio è data dall’incontro fra più culture:
è il “RIMESCOLAMENTO” il vero oggetto.
Si fa presente inoltre che nella didattica dell’educazione interculturale ci sono alcuni rischi da evitare legati:
alla RIMOZIONE DELLE DIFFERENZE per non far passare il messaggio che le differenze siano
negative ( e perciò da rimuovere);
alla UTILIZZAZIONE DELLE DIFFERENZE (diverso è bello! ) perché se è vero che esistono le differenze, è altrettanto vero che ci sono tipi di differenze in cui ci si riconosce o non ci si riconosce;
alla FOLKLORIZZAZIONE DELLE DIFFERENZE senza contestualizzarle;
alla LETTURA DELLE DIFFERENZE non solo secondo il modello di sviluppo e i nostri punti di vista ma anche come caratterizzati ed esistenti per sé.

Quindi gli OBIETTIVI COGNITIVI E RELAZIONALI comuni sono:
 – far notare, rilevare, conoscere identità e differenze;
 – saper comparare scegliendo dei criteri standard e no;
 – individuare regole per interagire , ascoltarsi e ascoltare l’altro;
 – inventare regole per imparare a giocare insieme;
 – inventare nuove culture;
 – riconoscere di avere una concezione “del mondo” non condivisa da tutti;

 -sviluppare la disponibilità a comprendere “visioni del mondo”diverse dalle proprie.

ACCOGLIENZA è intesa come:

A) attenzione ai rapporti con le famiglie: si prevede, con l’aiuto di un mediatore culturale,
l’utilizzazione di volantini o avvisi tradotti nella lingua della famiglia d’origine degli alunni
stranieri;
B) preparazione delle classi ad accogliere i bambini stranieri in un clima favorevole di
atteggiamento e relazioni positive esplicantesi nella capacità di mettersi nei loro panni, nella
conoscenza dei loro problemi (attuazione di laboratori interculturali);
C) messa a disposizione di risorse e dispositivi della scuola: creazione di una biblioteca in più
lingue, utilizzazione di spazi attrezzati per attività multidisciplinari e laboratori interculturali;
È fondamentale non separare l’apprendimento linguistico dal processo di socializzazione dei
bambini stranieri, processo inteso come integrazione e adattamento al nuovo ambiente.

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