PSICOMOTRICITA'

PSICOMOTRICITA’

IL PROGETTO

Con l’anno scolastico 1995/96 è partito nel nostro Circolo il progetto di psicomotricità secondo i principi di B. Aucouturier. Questo progetto coinvolge le classi prime e seconde.

La psicomotricista effettua un’ora alla settimana di psicomotricità insieme ad un insegnante della classe.

L’attività viene svolta in palestra con materiali specifici ed adeguati

Gli obiettivi principali sono: da un lato aprire l’arca pulsionale del bambino

( secondo le teorie di Aucouturier) per sviluppare poi le sue potenzialità, e dall’altra creare un clima sereno e gioioso che favorisce la nascita o il mantenimento di buone relazioni tra gli alunni della classe.

La palestra di psicomotricità è suddivisa in due spazi principali denominati “luoghi”

1) il luogo senso-motorio e del gioco simbolico

2) il luogo della rappresentazione.

Nel primo luogo il bambino vive il proprio corpo, lo mette alla prova, attraverso salti, perdita degli appoggi ritrovo dell’equilibrio, sfogo della, creatività e dell’espressività attraverso il gioco simbolico. Il bambino in questa situazione può vivere, ed è aiutato a farlo, senza inibizione, “buttando fuori” le sue emozioni e le sue pulsioni in un ambiente sereno e rassicurante.

Il luogo delle rappresentazioni è il luogo dove il bambino può rappresentare il proprio vissuto.

Usufruendo delle proprie capacità cognitive il bambino può costruire qualsiasi cosa con l’aiuto di legni di varie dimensioni o può disegnare con pennarelli su fogli grandi.

Per questa attività vengono usati i parallelepipedi di gommapiuma, materassini, corde, drappi, scalette e assi per il salto.

SECONDO I PRINCIPI DI “B. AUCOUTURIER”

Dall’osservazione diretta dei bambini, Aucouturier verificò che il bambino scopre il mondo esterno attraverso “un eccesso di azioni emozionalmente molto cariche” e che solo molto lentamente la scoperta diventa meno dirompente fino al piacere di un’ azione controllata.

Vennero così rivisti alcuni concetti della pratica psicomotoria, arricchita dalle nuove conoscenze ed esperienze. La pedagogia che deriva dalla teoria di Aucouturier richiede un incontro armonico tra il desiderio del bambino e le intenzioni dell’ educatore: l’emozionalità è considerata un elemento che dà significato simbolico alla personalità, la gestualità è intesa come soddisfazione ed espressione di desideri profondi e autentici della persona.

La psicomotricità prende in considerazione e si fa carico della globalità dell’essere umano, della sua unità psicosomatica, della sua maniera originale e privilegiata di essere al mondo: accettare il bambino nella sua espressività psicomotoria, intesa come stretta unione tra struttura somatica-affettiva-cognitiva. Significa aprire la sua area di pulsionalità ad un’area di benessere e di comunicazione.

L’età d’oro della psicomotricità è da zero a sette anni perchè è in questi anni che il bambino è in presa diretta con le proprie emozioni: affettività e creatività. Dai sette anni in poi la psicomotricità non è più la via principale per lo sviluppo infantile ( salvo quei casi che presentano un’immaturità globale o disarmonie dello sviluppo). A questa età il bambino comincia ad essere in grado di utilizzare altri mezzi per dirsi e scoprirsi. L’educazione psicomotoria favorisce l’espressività psicomotoria, nonché il suo sviluppo, verso 3 obiettivi che si completano e arricchiscono a vicenda: la comunicazione, la creatività, la formazione del pensiero operatorio.

Questo attraverso spazi, tempi e materiali adeguati.

 

La sala-palestra di psicomotricità è suddivisa in due spazi principali denominati “ luoghi”: vi è un luogo senso-motorio e del gioco simbolico, ed un luogo delle rappresentazioni.

Nel luogo senso-motorio e del gioco simbolico il bambino è messo nella condizione di vivere con il proprio corpo le tensioni e le distensioni legate al tono e alla emozionalità, e costruire, liberando la propria creatività: così, salite e cadute, salto in profondità, perdita degli appoggi, disequlibrio e ritrovo dell’equilibrio, il fare e disfare, tenersi, sono fonti di piacere che stimolano le sensazioni cinestesiche e labirintiche e l’immaginario del bambino. Essendo giochi ad alta valenza simbolica offrono al bambino, all’interno della relazione giocata con l’educatore ed i compagni, l’opportunità di crescere e superare a volte paure legate alla propria storia corporea ed affettiva, vivere le proprie scariche pulsionali e trasgressive all’interno di un luogo di rassicurazione.

Il materiale è costituito da materassi di diverso tipo: scalette, assi per il salto e lo scivolo… cuscini di gommapiuma, in prevalenza parallelepipedi, drappi e corde.

Il luogo delle rappresentazioni è lo spazio utilizzato nella parte finale della seduta: fase molto importante per il bambino che ferma il suo corpo per produrre una rappresentazione, favorendo così una messa a distanza, sul piano affettivo-emozionale, del proprio vissuto.

Il materiale a disposizione è costituito da legni di varia dimensione, multipli e sottomultipli con cui il bambino può confrontare , impilare, costruire ciò che vuole, ma non distruggere, mettendo a frutto le sue capacità cognitive. Inoltre vengono utilizzati: la creta o materiali per il disegno, fogli e pennarelli.

 


 

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